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giovedì 22 giugno 2017

SOGNARE E' VIVERE - A TALE OF LOVE AND DARKNESS

Caro diario,
l’8 giugno scorso è uscito nelle sale cinematografiche il film drammatico SOGNARE E' VIVERE, scritto, prodotto, diretto e interpretato dalla talentuosa e affascinante Natalie Portman, in questa pellicola al suo debutto come regista.

E’ l’adattamento cinematografico del libro “Una storia di amore e di tenebra” di Amos Oz (nato Amos Klausner) scrittore, giornalista e docente israeliano, romanzo autobiografico tradotto in più di quindici lingue.

Si rivive l’infanzia di Amos (Amir Tessler) attraverso la storia della sua famiglia e in particolare della madre Fania (Natalie Portman), creatura fragile ed eterea, donna bella, gentile e delicata, morta suicida quando Amos aveva appena dodici anni e che ha profondamente influenzato la vita dello scrittore.

La storia è ambientata a Gerusalemme, nel 1945, dove la famiglia Klausner si trasferì dall’Europa per scappare alle persecuzioni, tra la fine del mandato britannico in Palestina e i primi anni della nascita dello Stato di Israele.

In questa pellicola, girata nella versione originale in lingua ebraica, si portano alla luce le vicende di una famiglia durante l’orrore della guerra. 

Fania è una donna intelligente che ha vissuto la sua infanzia nell’agiatezza e che si ritrova ora soffocata in una vita matrimoniale per niente stimolante, in una terra povera, dimenticata e sventurata che ha nulla da offrirle; indotta, per rallegrare le sue giornate, a raccontare storie inventate al figlio, al quale è profondamente e amorevolmente legata.

L’indipendenza di Israele non porterà la serenità che il marito Arieh Klausner (Gilad Kahana), intellettuale e scrittore promettente, aveva otttimisticamente sperato e Fania mostrerà sempre più una marcata infelicità e anedonia; smetterà di raccontare le sue storie avventurose e comincerà ad accusare mal di testa frequenti che la trascineranno poi in una grave forma di depressione con drammatico epilogo.

Un’atmosfera cupa e angosciante, vagamente inquietante, si avverte fin dall’inizio del film che mostra alcune lacune nella narrazione. E’ una storia incentrata molto sul personaggio di Fania ma si sviluppa in maniera confusa e farraginosa che non riesce ad approfondire e a scavare nell’animo dei personaggi.

Molte sono le tematiche presenti anche se brevemente accennate e non analizzate come meritavano; dal tradimento al bullismo che segna molto il padre di Amos in età scolare per le continue prevaricazioni subite, il rapporto di odio/amore con il mondo europeo, la difficile convivenza con il mondo arabo, la nascita dello Stato di Israele con le sue tragiche e dolorose conseguenze e l'infelice e tormentata relazione con il marito. 
E' stato tutto ridotto ad un racconto intimo ridondante illustrando un sofferto ritratto 
femminile dando, però, poco spazio a tutto il resto che rimane sfocato e trascurato.

Alla Portman regista bisogna riconoscere, oltre al coraggio nell'avere adattato un romanzo importante e impegnativo, questo suo grande talento nel narrare in maniera poetica con eleganza e sensibilità. 
Alla Portman attrice è doveroso attribuire questa sua elevata capacità interpretativa; interamente calata nel personaggio e nella storia indossa costumi semplici e plumbei con una grazia e una classe che non mortificano la sua bellezza.











KissKiss
🌞Sole



1 commento:

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