HIDDEN FIGURES
Il Genio non ha razza. La Forza non ha sesso. Il Coraggio non ha limiti.
Il Genio non ha razza. La Forza non ha sesso. Il Coraggio non ha limiti.
l’otto marzo
scorso è uscito nelle sale cinematografiche il film IL
DIRITTO DI CONTARE diretto da Theodore
Melfi tratto da una storia vera e basato sul romanzo di Margot Lee Shetterly.
E’ la storia
mai raccontata di tre brillanti donne afroamericane: Katherine Johnson
interpretata da Taraji P.Henson, Dorothy Vaughn interpretata da Octavia Spencer
e Mary Jackson interpretata da Janelle Monae che lavorarono alla NASA ad una delle più grandi missioni
della storia che cambiarono le sorti della corsa allo spazio, spingendo la
NASA sulla Luna nel 1969.
La storia è
ambientata nello stato orgogliosamente segregazionista della Virginia, nell’anno 1961. I neri non potevano
condividere, con i bianchi, uffici, bus, scuole, toilette e neppure alla Nasa,
al Langley Research Center, la situazione era diversa.
Al lavoro le
tre donne sono avezze ad essere sfruttate, quando serve. Nessuno apprezza i
loro meriti o le responsabilità assunte senza incarichi ufficiali, abusano
della loro intelligenza per poi allontanarle e confinarle nell’ala ovest dell’edificio
quando ritenute non più indispensabili. Devono
lottare ogni giorno con pazienza e costanza per emergere e affermare le loro
brillanti menti contro le discriminazioni di colleghi e superiori non solo
perché donne ma anche e soprattutto perché di colore.
Al Harrison
è il burbero e saggio direttore delle operazioni spaziali interpretato da un sempre grande Kevin Costner che ha un ruolo importante e probabilmente il più realistico nel film.
Interessante
pellicola dove vengono evidenziate, con accuratezza di particolari, tutte le
problematiche di quegli anni. Splendida l'interpretazione di tutti gli attori anche se la sceneggiatura non mi ha regalato le emozioni che immaginavo, considerando i temi trattati.
Tutto è risultato troppo controllato e trattenuto anche nei momenti più eccitanti della missione Friendship7.
Nessun
eccesso emotivo, nessuna reazione fuori dalle righe, tranne in alcuni rarissimi
casi; le protagoniste vivono la loro fenomenale genialità con inverosimile normalità;
sembrano donne caparbie e forti da un lato ma sopportano con rassegnazione e
scoraggiamento una vita di ingiustizie razziali, sessismo e ghetizzazione senza
un lamento di troppo.
Nessuno
sconforto o afflizione momentanea neppure per le situazioni familiari non
idilliache: Katherine è una vedova con tre figlie piccole da accudire che
riesce a vedere solamente la sera tardi a causa delle interminabili ore di
lavoro.
Mary Jackson, l’unica delle tre ad avere un temperamento effervescente,
ha un marito che vorrebbe tarparle le ali e che sembra volerla confinare dentro
la figura stereotipata di moglie e madre.
Sono tre donne tenaci e dotate di una grande forza interiore oltre che di un’eleganza sofisticata sia nell’aspetto
che nei comportamenti. Niente le scalfisce, nessun segno di fragilità o avvilimento intemperante per le battaglie quotidiane che devono affrontare, sono menti matematiche calme e
metodiche.
Se era ciò che dovevano trasmettere, il messaggio è arrivato forte e chiaro, però da
un lato ha perso in pathos e ricettività.
Viene fatto un ritratto psicologico
delle protagoniste poco accentuato, più incentrato, invece, sulla storia dell’America che vuole vincere
sulla Russia nella conquista dello Spazio.
Notevole film ma un capolavoro mancato considerando la storia già scritta.
Conoscere spesso queste FIGURE NASCOSTE del tempo passato porta
un arricchimento individuale considerevole e una riconoscenza per i grandi passi
fatti nei secoli e la consapevolezza di quanti ancora bisogna farne.
KissKiss
🌞Sole
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