Caro diario,
il 30 marzo
scorso è uscito nelle sale cinematografiche il film di fantascienza GHOST IN
THE SHELL diretto dal regista Rupert Sanders basato sul famoso manga giapponese
del fumettista Masamune Shirow e sull’omonimo anime dello scrittore e regista
giapponese Mamoru Oshii.
Nel futuro
il confine tra uomo e macchina sta scomparendo. I progressi della tecnologia
permettono agli umani di potenziarsi con parti cibernetiche.
La Hanka
Robotics, finanziata dal governo, sta sviluppando un agente militare che
renderà quel confine ancora più labile trapiantando un cervello umano in un
corpo interamente sintetico. Metterà insieme le caratteristiche più potenti di
umani e robot. Questo è il progetto denominato 2571.
Il progetto
in questione riguarda, per l’appunto, la creazione di un cyborg, il Maggiore Mira Killian interpretata da
Scarlett Johansson, ad opera della dottoressa Ouelet (Juliette Binoche) che le ha trapiantato
il cervello, unico organo sopravvissuto, in un corpo sintetico
(shell); il suo corpo, infatti, è stato completamente danneggiato durante un attentato terroristico e hanno potuto, in
questo modo, salvare il suo ghost (mente, anima).
Per l’Hanka
Robotics Mira è solo un soldato perfetto, un’arma sofisticata: la prima del suo
genere.

Durante un
attacco Mira viene fatta prigioniera da Kuze. Da lui scoprirà un’amara e
inaspettata verità: non è vero che è stata salvata come le hanno sempre riferito.
Kuze è stato un esperimento fallito in quanto la sua
mente non si è armonizzata con lo shell che avevano progettato; lui era
cosciente e impotente mentre i dottori gli smembravano il corpo.
Prima di lei
ci sono stati 98 tentativi falliti: 98 persone innocenti uccise e sacrificate per
la sete di successo di ambiziosi e pericolosi individui.
Tutte queste rivelazioni mettono in crisi il
Maggiore che non sa più di chi fidarsi. I continui glitch sonori e visivi contribuiscono
a renderla sempre più confusa, senza un passato da ricordare e senza una sua
individualità.
Tralasciando
il confronto di questo live action, con manga e anime, ai veri cultori del
genere, è appurato che i remake creano
aspettative molto alte, tanto più quando gli originali sono dei veri e propri
cult, non riuscendo spesso a soddisfare
tutti.
E’ una
pellicola dai toni cyberpunk dove vengono riprodotte megalopoli artificiali e
decadenti, con colorate luci al neon, ologrammi pubblicitari riprodotti ovunque tra
un grattacielo e l’altro, un mondo futuristico mistificato e soffocante dove uomini e cyborg si confondono tra loro; tutto rappresentato in maniera più che apprezzabile.
Gli scenari ricordano
un po’ Blade Runner, il rivoluzionario film di fantascienza del 1982, campione d’incassi, del regista britannico Ridley
Scott.
E’ una trasposizione
che dà molto spazio al personaggio del Maggiore e alle scene di azione con l’utilizzo
di tecnologia d’avanguardia per gli effetti speciali a scapito però delle
questioni filosofiche ed etiche.
Solo brevi accenni e riflessioni sulle
problematiche di un mondo sempre più spinto verso una contraffatta perfezione a
discapito della propria anima e individualità.
Scarlett Johansson è
stata un’ottima scelta nel ruolo del freddo

La fantascienza
ha una dominante ontologica che questo film penalizza privilegiando l’aspetto
scenico e di azione; anche se dà molti spunti per riflettere sui problemi della
simbiosi uomo-macchina, la trama risulta
però banale e priva di una sua
profondità e complessità.
In generale
il film, pur essendo semplice, è esteticamente bello, piacevole ed esplicativo.
“Ci
aggrappiamo ai ricordi come se ci definissero ma è quello che facciamo a definirci.” (cit.dal film)
KissKiss
🌞Sole
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