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giovedì 20 aprile 2017

PLANETARIUM

Caro diario,
il 13 aprile scorso è uscito nelle sale cinematografiche il film drammatico PLANETARIUM, basato su una storia vera, presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2016, diretto dalla regista e sceneggiatrice Rebecca Zlotowski.

Il film è ambientato nella

Parigi degli anni ’30 e le protagoniste della storia sono due sorelle spiritiste americane Laura Barlow (Natalie Portman) e Kate Barlow interpretata dalla giovane debuttante Lily-Rose Depp, figlia di Vanessa Paradis e di Johnny Depp, impegnate in una tournè mondiale per farsi conoscere e fare conoscere le lori doti medianiche.

Durante una loro dimostrazione un noto 
produttore cinematografico francesce André Korben (Emmanuel Salinger) rimane incuriosito piacevolmente dalle due donne e dopo una seduta spiritica privata rimane affascinato e profondamente scosso dall’esperienza vissuta.

Decide, così, di produrre un film che non ha precedenti nella storia del cinema e cioè impressionare sulla pellicola la presenza di uno spirito, nessuna finzione o trucco cinematografico ma vere e proprie entità soprannaturali.
Questo progetto diventerà per lui una vera e propria fissazione tanto da scontrarsi più volte con il regista, preoccupato dai costi esorbitanti sostenuti per girare inutili scene che non riescono a riprendere l’impossibile e l’invisibile ed è oltremodo turbato dalla sua crescente ossessione, quindi abbandona tutto e si licenzia.

La prima curiosità sul film è sorta per il titolo.
Il planetario è una macchina o una sorta di proiettore speciale che riproduce la disposizione e il movimento dei pianeti ed è anche l’edificio in cui tale proiezione si effettua; similitudine probabile con il cinema e la cinepresa che raccolgono storie ed emozioni proiettandole su uno schermo rendendo ciò che è astratto in qualcosa di più tangibile e intelligibile, pur trattandosi di finzione cinematografica e illusione. 
Come in un planetario anche nel meccanismo del cinema “bisogna spegnere la luce per vedere qualcosa” (una delle frasi recitate nel film), e in entrambe le situazioni, lo spettatore rimane immobile mentre le opere si muovono.

E’ un film che affronta vari temi in maniera molto delicata e leggera non soffermandosi però sufficientemente a lungo per approfondire l’argomento in questione, così da coinvolgere emotivamente lo spettatore che riesce a vedere, invece, una sequenza di scene spesso non legate tra loro, senza un apparente senso logico, confuse e prive di una trama rimarchevole.

C’è un’analogia tra il mondo del cinema, dove Laura viene guidata ad abbandonarsi alla recitazione, a lasciarsi andare completamente, e il mestiere di medium intrapreso con la sorella, dove, anche lei, cerca di convincere il pubblico ad abbandonarsi all’ipnosi e a non controllare le emozioni.

La regista ha curato nei minimi dettagli sia la scenografia che i favolosi costumi tanto da avere la sensazione di essere proiettati nell’epoca descritta.


La pellicola regala brevi spunti di riflessione sull’antisemitismo, sul meccanismo tra realtà e finzione del cinema, sul mondo del paranormale legato al rapporto tra vivi e morti, allo scambio di amore e pensieri con i nostri cari defunti che con il loro spirito rimangono sempre in contatto con noi.

E’ un film dai tanti messaggi nascosti che non sempre si è sicuri di aver interpretato correttamente o semplicemente di averli individuati tutti.
Ci si impegna troppo a concentrarsi sui concetti e pensieri che la regista avrebbe voluto trasmettere che non ci si emoziona abbastanza e non si entra in empatia con i personaggi.

Il cinema è l’arte, l’espediente per antonomasia, che sa creare illusioni e realtà alternative dove ci si può immergere per sopportare meglio la vita vera e, nonostante le notevoli doti interpretative della Portman e le interessanti tematiche trattate, non sono riuscita a essere trasportata nella storia, a identificarmi o a legarmi emotivamente a nessun personaggio. 







KissKiss
🌞Sole



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