Caro diario,
il 13 aprile uscirà nelle sale cinematografiche il film drammatico MAL DI PIETRE
diretto dalla regista, sceneggiatrice ed attrice francese Nicole Garcia. Tratto
dall’omonimo romanzo della scrittrice italiana Milena Agus.
E’ la storia
intensa e struggente di Gabrielle, interpretata da una straordinaria Marion
Cotillard, una donna del sud della Francia intorno ai primi anni ’50.
Gabrielle
vive in un piccolo paesino della Provenza con i genitori e una sorella più
piccola. Trascorre le sue giornate immersa tra le nuvole, a zonzo per il paese, sempre in solitudine o a
leggere romantiche storie d’amore che la portano a immaginare e a fraintendere attrazioni
e innamoramenti inesistenti con uomini sposati.


E’ uno
scorcio della vita rurale della Francia degli anni ’50 dove vivere di sogni e
passioni era considerato sconveniente e immorale perchè in età adulta le uniche
aspirazioni concepite erano quelle di crearsi una famiglia e avere un lavoro
onesto; tutto il resto erano idee stravaganti, sciocchezze bizzarre e inutili .
Gabrielle non
è una malata di mente, come viene giudicata dai compaesani, ma una donna
sensibile e difficile con un bisogno assoluto d’amore, capace addirittura di
deformare la realtà per adeguarla alle sue fantasie; amore probabilmente assente nel contesto familiare e
nella piccola comunità, che la costringe
a vivere più nella fantasia che nella concretezza, con la difficoltà a costruirsi
una relazione reale e matura, a
investire sul futuro con l’unico uomo che potrebbe, nella realtà, renderla
felice e che invece al suo fianco pazientemente attende.
Gabrielle
non solo vive di amori impetuosi a senso unico ma non accetta, neppure, che il
suo sentimento non sia ricambiato ed è questa la conseguenza di un profondo senso
di vuoto e sofferenza che la getta in disturbi depressivi.
Il suo è un
amour fou: una passione amorosa ostinata e irragionevole, si fa trasportare
solo dalle emozioni del momento per vivere le sue immaginazioni. In Chiesa
prega Dio di concederle “la cosa più importante” che per lei è il vivo ardore oppure di lasciarla morire.
Questo suo
reiterare situazioni di amore non corrisposto sembra volere evidenziare un
vissuto di mancanza d’affetto che la porta a scegliere persone che non la
desiderano o che non possono darle quello che vorrebbe.
José è un uomo semplice e buono che dal primo istante
rimane affascinato dalle sue stranezze e la madre di Gabrielle, donna pratica e
scaltra, in questo, ha avuto la vista lunga, sfruttando l’unica occasione per
sbarazzarsi di un ingombrante fardello.
José si
accontenta di una vita senza amore e senza energia e, se da un lato sembra
fastidiosamente longanime, dall’altro raffigura positivamente il vero amore che
sa attendere e sperare, pur soffrendo in un dignitoso silenzio.
Grazie alle
grandi doti interpretative della Cotillard riesce ad emergere il personaggio di
Gabrielle, la sua forza inventiva, i suoi desideri, il suo erotismo, le sue complessità in un film difficile da apprezzare perché lento
e a tratti noioso se non si presta attenzione ai particolari, se ci si sofferma
alla superficie e non si scava nell’intimo dei personaggi con pazienza e
cognizione.
Finale a sorpresa...
KissKiss
🌞Sole
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