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lunedì 20 febbraio 2017

BARRIERE - FENCES

Caro diario,

il film drammatico BARRIERE diretto e interpretato da Denzel Washington è tratto dall’omonima pièce teatrale degli anni ‘80 di August Wilson, drammaturgo e scrittore statunitense, che vinse numerosi premi. 
Denzel Washington e Viola Davis, i due protagonisti principali del film, ne hanno ripetuto il successo con la candidatura a 4 premi Oscar 2017.

Pittsburgh anni ’50.
Questa è la storia di un ex giocatore di colore e probabibile promessa del baseball, Troy Maxson, ora netturbino, che ogni giorno combatte le ingiustizie e le discriminazioni razziali del periodo, i problemi economici quotidiani del mantenere una famiglia e le preoccupazioni nel gestire un visionario fratello, ex soldato, disturbato mentalmente per una ferita in guerra.

E’ un uomo  che ha vissuto un’infanzia difficile e dura per la tanta miseria che lo circondava e per un padre crudele e violento. La madre abbandonò marito e figli quando lui  aveva solo otto anni. Crescere con un padre simile lo ha reso  uomo troppo presto; all’età di soli 14 anni scappa da casa e il suo mondo da quel momento diventa immenso. Un percorso di vita vissuta tra furti e illegalità, per sopravvivere, che lo segneranno inesorabilmente quando trascorrerà 15 anni in penitenziario per avere ucciso un uomo che si difese mentre stava per essere rapinato da lui.

Ora è un cinquantenne duro, logorroico, arrabbiato con il mondo, che ha bisogno di sfogare le frustrazioni di una vita incompleta; scarica queste insoddisfazioni sui figli dai quali pretende un rigore e una disciplina eccessiva; è apparentemente anaffettivo e dispotico nei loro confronti, preferisce essere temuto che amato.

Ha da 18 anni una magnifica moglie al suo fianco e due figli di cui disapprova le vocazioni: un figlio trentaquattrenne, nato da un precedente matrimonio, nullafacente, ostinato nel voler perseguire una professione musicale non remunerativa, un figlio minorenne, possibile promessa del football, che preferisce allenarsi piuttosto che lavorare e aiutare la famiglia ubbidendo al padre; non gli mancano, inoltre, un'amante e un vero e prezioso amico.

Il personaggio della moglie, interpretato da Viola Davis, si contrappone a quello di Troy; è una donna forte che mai si lamenta per le ristrettezze e le responsabilità che opprimono la famiglia; ha l'impegnativo ruolo di mediatrice tra padre e figli rendendo il marito più compassionevole e umano.

La barriera, metafora del titolo, che Troy costruisce nel cortile della sua abitazione su richiesta della moglie, non serve tanto a proteggere la sua famiglia dal mondo esterno, quanto a cercare di tenere rinchiusi e uniti gli stessi membri al suo interno.
Lui è la persona che più di tutti si sente soffocato dalle responsabilità e imprigionato al di dentro di questo recinto, con desideri e sogni infranti. 
E’ un personaggio egocentrico ed egoista che non apprezza ciò che ha anche se si sforza di vivere al meglio delle sue possibilità.

Tarpa le ali ai figli perché cerca di renderli forti e indipendenti, preparandoli ad una vita di sacrifici, ad una esistenza che non regala nulla, soprattutto ai neri, ma invece di fare il padre, diventa un’ombra raccapricciante, pesante, che penetra nella carne del figlio, scava e avvolge, infiltrandosi dentro per vivere attraverso di lui.

Educa, vive e litiga con le metafore del baseball, perché forse è stato il suo primo fallimento e la sua più grande delusione. 
"Devi accettare sia le dritte che le storte!” è il suo slogan e la sua giustificazione.

Film con grandi interpreti, realisticamente struggente e commovente, con forse un pò  troppi monologhi lunghi anche se, recitati da un'eccellenza come Denzel Washington, sanno emozionare nel profondo per la semplicità.

KissKiss
🌞Sole



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