Caro diario,
il film drammatico BARRIERE diretto e interpretato da Denzel
Washington è tratto dall’omonima pièce teatrale degli anni ‘80 di August
Wilson, drammaturgo e scrittore statunitense, che vinse numerosi premi.
Denzel Washington e Viola Davis, i due
protagonisti principali del film, ne hanno ripetuto il successo con la
candidatura a 4 premi Oscar 2017.
Pittsburgh anni ’50.
Questa è la storia di un ex giocatore di colore e probabibile promessa del baseball, Troy Maxson, ora netturbino, che ogni giorno combatte le ingiustizie e le discriminazioni razziali del periodo, i problemi economici quotidiani del mantenere una famiglia e le preoccupazioni nel gestire un visionario fratello, ex soldato, disturbato mentalmente per una ferita in guerra.
Questa è la storia di un ex giocatore di colore e probabibile promessa del baseball, Troy Maxson, ora netturbino, che ogni giorno combatte le ingiustizie e le discriminazioni razziali del periodo, i problemi economici quotidiani del mantenere una famiglia e le preoccupazioni nel gestire un visionario fratello, ex soldato, disturbato mentalmente per una ferita in guerra.
E’ un uomo che ha
vissuto un’infanzia difficile e dura per la tanta miseria che lo circondava e
per un padre crudele e violento. La madre abbandonò marito e figli quando lui aveva solo otto anni. Crescere con un
padre simile lo ha reso uomo troppo presto; all’età di soli 14 anni scappa da casa e il suo mondo da quel momento diventa immenso. Un percorso di vita
vissuta tra furti e illegalità, per sopravvivere, che lo segneranno
inesorabilmente quando trascorrerà 15 anni in penitenziario per avere ucciso un
uomo che si difese mentre stava per essere rapinato da lui.
Ora è un cinquantenne
duro, logorroico, arrabbiato con il mondo, che ha bisogno di sfogare le frustrazioni di una vita incompleta; scarica queste
insoddisfazioni sui figli dai quali
pretende un rigore e una disciplina eccessiva; è apparentemente anaffettivo e dispotico nei loro confronti, preferisce essere
temuto che amato.

Il personaggio della moglie, interpretato da Viola Davis, si contrappone a quello di Troy; è una donna forte che mai si lamenta per le ristrettezze e le responsabilità che opprimono la famiglia; ha l'impegnativo ruolo di mediatrice tra padre e figli rendendo il marito più compassionevole e umano.
La barriera, metafora del titolo, che Troy costruisce nel cortile della sua abitazione su richiesta della
moglie, non serve tanto a proteggere la sua famiglia dal mondo esterno, quanto a cercare di tenere rinchiusi e uniti gli stessi membri al suo interno.
Lui è la persona che più di tutti si
sente soffocato dalle responsabilità e imprigionato al di dentro di questo recinto, con desideri e sogni infranti.
E’ un
personaggio egocentrico ed egoista che non apprezza ciò che ha anche se si sforza di vivere al meglio delle sue possibilità.
Tarpa le ali ai figli perché cerca di renderli forti e indipendenti, preparandoli ad una vita
di sacrifici, ad una esistenza che non regala nulla, soprattutto ai neri, ma invece di fare il padre, diventa un’ombra raccapricciante, pesante, che penetra nella carne del figlio, scava e avvolge, infiltrandosi dentro per vivere attraverso di lui.
Educa, vive e litiga con le metafore del baseball, perché forse
è stato il suo primo fallimento e la sua più grande delusione.
"Devi accettare
sia le dritte che le storte!” è il suo slogan e la sua giustificazione.
Film con grandi interpreti, realisticamente struggente e commovente, con
forse un pò troppi monologhi lunghi anche se, recitati da un'eccellenza come Denzel Washington, sanno emozionare nel profondo per la semplicità.
KissKiss
🌞Sole
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