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domenica 19 febbraio 2017

MANCHESTER BY THE SEA


Caro diario,

il 16 febbraio scorso è uscito nelle sale cinematografiche il film drammatico MANCHESTER BY THE SEA diretto dal regista Kenneth Lonergan, candidato a 6 premi Oscar 2017.

La pellicola racconta la storia dei due fratelli Chandler, Joe, il maggiore, interpretato da Kyle Chandler, e di Lee, interpretato da un grande Casey Affleck, con le loro tragiche vicende familiari.

Joe è una persona amabile oltre che affidabile marito e padre, che ha la sventura di scoprire, ancora giovane, di essere affetto da uno scompenso cardiaco che lo costringe spesso ad essere ricoverato per un cuore troppo debole, e con un destino purtroppo già segnato. Non potendo contare sulla moglie folle e ubriacona deve affidare spesso il figlio, Patrick, interpretato da Lucas Hedges, durante le sue degenze ospedaliere, alle cure del fratello Lee.

Lee è un uomo introverso, imperturbabile  e apparentemente anafettivo; incapace di provare alcuna emozione perché tormentato dai fantasmi di un passato che lo ha allontanato dalla moglie Randi, interpretata da una meravigliosa Michelle Williams, e dalla piccola comunità della sua cittadina natia; un trascorso che lo fa vivere, in solitudine, in uno stato di quasi apatia, mentalmente distaccato dal mondo, cercando il dolore nelle risse oppure stordendosi con le birre.

Alla morte prematura del fratello, Lee scopre che è stato nominato tutore legale del nipote sedicenne
e rimane sconvolto anche per la precisa cura con cui, Joe, ha organizzato tutto nei minimi particolari, occultandogli, volutamente, questa sconvolgente scelta.
Ovviamente non è ancora in grado psicologicamente di essere responsabile di qualcuno, anche se il ragazzo è emotivamente indipendente, in superficie almeno.

Nonostante il lutto subito dal nipote non mostra un minimo di affettuosità o riguardo nei suoi confronti;  è irritante nei suoi inopportuni silenzi e odioso nei suoi improvvisi e imprevedibili  scatti d’ira.

E’ un film angosciosamente crudo e realistico con paesaggi glaciali e colonne sonore che si adeguano perfettamente agli stati d’animo intensi suscitati dalla storia.
Una regia di continui flashback che, se da un lato rallentano un po’ il film, dall’altro svelano il dramma gradualmente, come a voler far abituare lo spettatore al dolore. 

Un piccolo gioiello che tiene incollati allo schermo, anche se privo di colpi di scena, per la speranza forse di un lieto fine; però il persistere di tristezza, commozione e trepidazione per intere due ore lo rendono molto impegnativo e opprimente, tanto da desiderare un sollecito finale per avere un po’ di rilassatezza. Tutto ciò, grazie alla straordinaria bravura degli attori e di una regia che ha saputo trasmettere tante emozioni simultaneamente, siano esse positive o negative.

KissKiss
🌞Sole


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